La cosiddetta Direttiva sulle “case green” è giunta alla fase finale: oggi l’Ecofin (l’organo responsabile delle questioni economiche e finanziarie dell’Unione europea) ha approvato definitivamente il testo. Italia e Ungheria hanno votato contro, mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.
Gli Stati membri, dopo un incontro avvenuto il 10 aprile, hanno dato il loro consenso unanime nella riunione del Coreper, senza necessità di ulteriori discussioni.
Questa mossa conferma l’accordo preliminare raggiunto a dicembre con il Parlamento europeo, puntando a rendere il parco immobiliare dell’Unione europea completamente a zero emissioni entro il 2050. Questo quadro normativo segna un passo significativo verso la sostenibilità ambientale nel settore immobiliare europeo ma che avrà profonde ripercussioni economiche e sociali.
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Impatti, obiettivi e costi della Direttiva
Una volta ottenuto il via libera definitivo, la Direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE e entrerà in vigore venti giorni dopo. Da quel momento, gli Stati membri avranno due anni per integrare la direttiva nei loro ordinamenti nazionali. Ogni Paese dovrà elaborare un piano dettagliato per la riduzione dei consumi energetici, spiegando le strategie per raggiungere gli obiettivi fissati.
Si stima che la Direttiva si concentrerà sui cinque milioni di immobili con le peggiori prestazioni energetiche, prevedendo una riduzione del consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
L’obiettivo finale è il 2050, entro il quale tutti gli immobili residenziali dovranno avere zero emissioni e un consumo energetico molto limitato. Importante sottolineare che la nuova normativa elimina le classi energetiche precedentemente utilizzate e i relativi limiti temporali per il loro raggiungimento.
La trasformazione verso l’efficienza energetica comporterà costi significativi, stimati tra i 35.000 e i 60.000 euro per unità abitativa, con un impatto maggiore sui paesi del sud Europa, Italia inclusa, dovuto alla vetustà del patrimonio immobiliare.
La Commissione europea stima che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per rinnovare il parco immobiliare, cioè 152 miliardi di euro di investimenti all’anno in più rispetto alle risorse attuali. I finanziamenti per queste iniziative saranno limitati ai fondi già disponibili, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il Fondo Sociale per il Clima, senza possibilità di accedere a risorse aggiuntive (per ora).
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Le specifiche richieste dalla nuova direttiva UE sugli edifici a zero emissioni
Riportiamo in questa tabella fornisce una panoramica sintetica delle principali misure introdotte dalla Direttiva casa green, indicando le scadenze e gli obiettivi da raggiungere per i vari tipi di edifici.
Domanda | Dettaglio |
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Di quanto sarà necessario ridurre i consumi di energia? | Riduzione del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 per gli edifici residenziali. Il 55% di questa riduzione deve avvenire ristrutturando il 43% degli edifici più energivori. |
Quanto costano i lavori? | Investimenti annui necessari: 275 miliardi di euro entro il 2030, con un aumento di 152 miliardi di euro rispetto alle risorse attuali. Costo per famiglia: da 20-30 mila a 50-60 mila euro. |
Cosa cambia per gli edifici pubblici? | Dal 2028, nuovi edifici pubblici dovranno essere a emissioni zero. Bisogna ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033. |
Per quali edifici ci sarà l’obbligo dei pannelli solari? | Obbligo di installazione su nuovi edifici pubblici e non residenziali dal 2026 al 2030. La scadenza specifica è il 31 dicembre 2026 per edifici con superficie superiore a 250 m². |
Stop alle caldaie a gas: da quando scatta? | Eliminazione delle caldaie a gas entro il 2040. Dal 2025, eliminazione delle agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali, favorendo quelli ibridi con pompa di calore. |
Gli edifici da ristrutturare
La seguente tabella sintetizza gli edifici in Italia in base alla nuova direttiva europea, considerando sia gli edifici residenziali che non residenziali.
Categoria | Descrizione |
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Edifici non residenziali | Gli Stati membri devono ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni energetiche entro il 2030 e il 26% entro il 2033. |
Edifici esclusi | Sono esclusi dalla direttiva gli edifici agricoli, storici, temporanei, i luoghi di culto e altri edifici di particolare valore storico o architettonico. |
La situazione in Italia | In Italia, vi sono circa 12,5 milioni di edifici residenziali, con il 72% costruito prima del 1976. Non esiste una stima ufficiale degli edifici da ristrutturare, ma si prevede che potrebbero essere circa un milione entro il 2030. |
Impatto del Superbonus | Tra il 2020 e il 2023, il Superbonus ha contribuito alla riqualificazione di circa 460mila edifici residenziali in Italia. |